La Bild intervista un’esperta che da tempo consulta gli omosessuali che giocano in Bundesliga. E lei fa una “clamorosa” (per quanto è scontata) rivelazione sui giocatori gay del nostro Paese: sarebbero, ohibò, addirittura amici
Tatjana Eggeling, 46 anni, studia da 6 anni il più grande tabù del pallone, tedesco e non solo. La dottoressa opera anche come consulente per quei gay che hanno paura di rivelare la loro vita, per non subire troppe difficoltà in un ambiente di lavoro ancora molto ostile all’omosessualità. Un tema già lanciato dall’attaccante del Bayern Monaco Mario Gomez, che aveva invitato i suoi colleghi a dichiarare la propria sessualità. Grazie alle confidenze dei calciatori tedeschi la Heggelin dice di essere riuscita a sapere che in Italia ci sono molti calciatori attratti dagli uomini.
UNA RETE DI CALCIATORI GAY ITALIANI – Secondo la Eggelin è molto difficile stimare quanti siano i calciatori con gusti omosessuali. Statisticamente i gay sono tra il 5 e il 10% della popolazione, ed è quindi probabile che anche nel mondo del pallone la percentuale sia simile. In Germania la dottoressa crede che ci possano essere circa trenta calciatori omosessuali, mentre è sicura che non esiste la rete gay denunciata dall’ex presidente del Sankt Pauli, Corny Littman nel suo Paese. La Eggeling afferma però che in Italia ci sarebbe una rete di calciatori omosessuali, che si incontra regolarmente nelle rispettive abitazioni, nascondendosi dalla curiosità del pubblico, e spesso, dalla falsità delle loro vite ufficiali. Secondo la dottoressa questa rete esistente nel nostro Paese non serve tanto ad incontri a scopi sessuali, ma piuttosto a scambiarsi impressioni e confidarsi sulle proprie esistenze. Un contatto umano che aiuta i calciatori, un sollievo rispetto alla pressione subita per nascondere al mondo i propri orientamenti sessuali.
RISCHIO DEPRESSIONE – La dottoressa rimarca come la doppia vita condotta dagli sportivi porti a seri rischi per la salute psichica. Il risch Una rete di calciatori gay in Italiaio depressione è costante, perché nel mondo sportivo il vero uomo è etero. Ci sono molti matrimoni combinati, molte situazioni di non trasparenza che portano all’isolamento e alla tristezza le persone che si sentono costrette a comportarsi così da un ambiente di lavoro molto rigido e conservatore sui comportamenti sociali. Secondo la Eggelin essere gay nel calcio è ancora considerato un difetto, una debolezza, e questo retropensiero condiziona non solo gli sportivi ma anche i loro dirigenti, che preferiscono affidarsi ad uno psicologo. La migliore strategia sarebbe invece quella di dire esplicitamente i gusti sessuali, in una normale dichiarazione condivisa da tutta la società e dai compagni di squadra, così che il calciatore omosessuale possa sentirsi libero di esprimere la propria identità senza condizionamenti o turbamenti. La dottoressa cita il caso del rugbysta Gareth Thomas, che ha recentemente dichiarato di essere gay, ed è stato appoggiato da tutto il suo team, e anche dalla nazionale. Dopo le dichiarazioni di Gomez il presidente della federcalcio tedesca aveva detto che ci sarebbe stato il massimo aiuto per i calciatori della nazionale o appartenenti alla federazione che erano intenzionati a dichiarare la propria omosessualità.
di Andrea Mollica pubblicato il 16 Novembre da giornalettismo.com