“Come i cristiani curavano la mia omosessualità”

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Di Massimo Mele il 11 Gennaio 2011. Nessun commento

Un ragazzo racconta come veniva “riabilitato” da un Teen Challenge pentecostale.

Omosessuale tra i cristiani. E’ stata difficile l’esperienza uno studente gay della North Central University. Voleva diventare pastore dei giovani. Ma il suo orientamento sessuale è stato sempre un grosso ostacolo verso la laurea.

VIETATO ESSERE GAY
– Secondo l’università, i gay soffrono di un disturbo che può essere superato attraverso l’auto disciplina, la preghiera e vivendo una vita incentrata su Cristo. “Ad un certo punto decisi che avevo bisogno di amare me stesso, ammettere di essere gay, abbandonare la NCU”. Una scelta che lo ha portato a vivere una difficile situazione familiare: “Mi sono trovato in totale isolamento. La mia famiglia in materia di omosessualità ha condiviso la stessa visione del mondo della North Central University”, racconta oggi il ragazzo. Che espone le opinioni anti-gay della Chiesa condivisi dai suoi parenti: “Di fronte ad un movimento militante omosessuale che sta premendo per accettare legalmente e socialmente l’omosessualità, la Chiesa deve fare attenzione. In primo luogo, gli omosessuali sono peccatori come tutti gli altri, ed hanno bisogno della grazia di Dio, dell’amore, il perdono. In secondo luogo, gli omosessuali attraverso il miracolo della nuova nascita possono essere liberati dal peccato. La Chiesa deve raggiungere tutti i peccatori col peccato di Cristo, non importa quale sia il peccato. E non dobbiamo mai lasciare che il clima di declino morale della nostra nazione ci spinga a consentire ciò che Dio condanna”.

PROGRAMMA PER GUARIRE DALL’OMOSESSUALITA’
– “Accettare la propria omosessualità è un processo difficile se la vostra famiglia ha una cultura diversa”, dice il giovane. Arrestato nel 2007 per essere stato scovato in stato di ebbrezza alla guida di un auto il giovane si è visto privato del sostegno di familiari e amici. Nessuno ha mai provato a pagare una cauzione per liberarlo dal carcere. Il Teen Challenge è un programma delle Assemblee di Dio cristiano-evangeliche degli Stati Uniti. Si tratta di una rete di centri di lavoro. Il programma ha una durata di 12-18 mesi ed è rivolto a tossicodipendenti, alcolisti, prostitute e omosessuali. Nei quattro mesi vissuti al centro Teen Challenge di Muskegon, in Michigan, tutte le decisioni erano prese dal direttore, che guidava i lavori seguendo quanto stabilito da 111 norme o linee guida.

REGOLE RIGIDE – Non era consentito di guardare le donne. Gli uomini e le donne dovevano sedersi in parti separate. Le persone che soffrivano di problemi psicologici non erano autorizzate ad assumere i farmaci prescritti dai medici. Erano vietati tutti i farmaci che potessero avere effetto sulla mente. Prendere medicine era considerato una mancanza di fede nel potere di guarigione di Cristo. L’obiettivo del programma era quello di riprogrammare o ricondizionare la mente. “Tutti sono nati peccatori” era la verità da non smentire. Le lezioni dovevano essere metabilizzate dagli allievi prevalentemente attraverso memorizzazione a memoria. Nei gruppi di lavoro si sarebbe potuto dibattere, ma gli studenti erano tenuti semplicemente a memorizzare le risposte corrette. Tutte le conversazioni nel centro venivano monitorate, tutta la posta controllata, si poteva parlare al telefono per soli 5 minuti ogni due settimane. Nelle prime 4 settimane mail e telefonate erano assolutamente vietate. I responsabili del programma ritenevano che il “problema gay” sia un peccato perchè – dicono – gli “atti omosessuali sono contro natura a causa della loro elevata correlazione con le malattie”.

INDOTTRINAMENTO FORZATO
– Questa una delle prediche ricorrenti: “Nonostante le campagne omosessuali dichiarano che gay e lesbiche siano normali, sane, persone comuni, è vero il contrario.Gli omosessuali hanno uno stile di vita condizionato dalla perversione e dall’ossessione sessuale. Secondo uno studio meno del 2% degli omosessuali vive oltre i 65 anni. Mentre superano quella soglia il 57-80% dei single o sposati eterosessuali. La pratica dell’omosessualità si è rivelata prima di ogni beneficio sociale”. Il ragazzo risponde: “Al Teem Challenge la gente è condizionata. Il programma è dannoso per chi vi partecipa. Si insegna che tutti i diritti personali sono di proprietà di Dio. Agli studenti gay viene data poca scelta: l’imperativo è credere e pensare tutto quello che viene insegnato”.

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