Dimenticato in fretta il direttore gay, Boffo, l’Avvenire attacca Fini usando gli omosessuali. I soliti cattolici ipocriti …
ROMA. «Un retorico elogio della confusione, all’insegna del più piacione dei relativismi. Nonostante l’ostentato (e sarkoziano) richiamo all’idea di una “laicità positiva”». Dura critica del direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, al Fini-pensiero.
Nella sua rubrica di risposte ai lettori, dal titolo «Un rischioso futurismo familiare» Tarquinio esplicita le riserve del quotidiano dei vescovi all’obiettivo del presidente della Camera di dare all’Italia quegli «standard europei» di tutela dei diritti per tutti i cittadini senza distinzione di colore della pelle, di religione, di preferenze sessuali. Premettendo che «il rispetto delle diversità» non si può spingere fino a teorizzare «l’ingiusto annullamento delle diversità», l’affondo di Tarquinio contro il leader di Fli è sulla difesa della «famiglia tradizionale» che Fini è «pronto a ridurre a una possibilità, a una mera variabile in un catalogo di desideri codificati, manco a dirlo, secondo gli «standard europei».
Dal segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, arriva invece l’invito al governo a «non cercare capri espiatori». «Chi ha più responsabilità deve sentire più forte il richiamo sul piano della decisione concreta per smuovere le cose e operare scelte concrete».