A cavallo tra l’ultimo fine settimana di febbraio e il primo di marzo, presso i locali del MOS, è stato svolto un seminario dal titolo “Nessuno è uguale a me – come intervenire presso gli adolescenti per la prevenzione del disagio causato dalla discriminazione di orientamento sessuale ed identità di genere, dall’omotransfobia e dal bullismo”.
Il Movimento Omosessuale Sardo, ricordiamo, è un’associazione di politica, cultura e prima assistenza rivolta alla popolazione gay, lesbica e transgender e accoglie al suo interno attiviste e attivisti di ogni genere e orientamento sessuale.
Forse alcune persone non sono a conoscenza dei diversi progetti portati avanti dal MOS stesso, tra i quali si inserisce quello che viene definito il “gruppo scuola”, nato nel 2011 dal MOS in collaborazione con l’Agedo e la FLC CGIL e finalizzato ad offrire supporto alle persone adolescenti lungo il percorso di crescita e formazione, attraverso interventi attivi e testimonianze dirette presso gli istituti scolastici. Ma anche alla formazione dei cosiddetti “formatori”, insegnanti, assistenti sociali ecc., rispetto a delle tematiche su cui c’è, ancora oggi, moltissima ignoranza.
Il seminario è stato condotto da Francesco Pivetta, docente di Filosofia, formatore e consulente Agedo, con una lunga esperienza in progetti di educazione alla salute e problematiche adolescenziali, con un approccio orizzontale e non verticale: “tracciate voi la strada; io non sarò un docente ma una bussola o un navigatore satellitare che vi porterà verso la riflessione e vi accompagnerà lungo un percorso di formazione” queste le sue parole in apertura.
Al gruppo di lavoro hanno preso parte circa 25 persone, tra cui Tiziana, alla sua prima esperienza col gruppo scuola. Le abbiamo chiesto perché abbia scelto di partecipare al seminario: “le ragazze e i ragazzi trascorrono gran parte della loro giornata sui banchi scolastici; spesso, le persone che vengono identificate e percepite dalla massa come “diverse” sono, ahimè, oggetto di discriminazione e bullismo non solo sessuale o di genere ma anche razziale, religioso o connesso ad una disabilità. Ritengo che la scuola debba concedere spazio ad interventi attivi finalizzati a far emergere la dignità della singola persona. Ricordo, infatti, che dignità è una parola legata a doppio filo con l’identità.”
Il focus del seminario può essere così riassunto: dare spazio all’ascolto, comunicare con le adolescenti e gli adolescenti con un linguaggio neutrale, caldo, franco e trasversale affinché si crei con le/gli stess* una relazione che susciti un’emozione. Dunque, in altre parole, passare da una logica di potere ad una logica di risorse attraverso l’ascolto, il confronto guidato e la creazione di una relazione; quando ci si ascolta e ci si guarda, difatti, una relazione la si mette in piedi.
Chiediamo ancora a Tiziana come può riassumere ciò che ha appreso: “ho capito quanto sia importante costruire un’alleanza con le/gli adolescenti in un percorso che guidi la persona a prendere consapevolezza del suo bisogno affinché giunga ad esprimere il proprio desiderio dal quale, inevitabilmente, nascerà una domanda che ci permetterà di tracciare una strada sulla quale accompagnarli”.
Come si evince dalla presentazione del corso da parte di Francesco Pivetta, i e le partecipanti “sono stat* guidat*, attraverso un progetto fondato sulla ricerca/azione, lungo la realizzazione di uno spazio di pensiero e di riflessione su tematiche riguardanti l’identità e la relazione, gli stati emotivi, i sentimenti, le speranze e i progetti delle persone adolescenti, tenendo conto delle tappe del loro processo evolutivo, al fine di migliorare la relazione tra loro, tra loro e gli adulti di riferimento, e di rinforzare gli interventi atti a promuovere la salute/benessere, riducendo i comportamenti violenti ed in particolare quelli omo e transfobici”.
Fra i due fine settimana del seminario intensivo, il gruppo MOS ha incontrato le e gli studenti del liceo artistico di Alghero. Una mattina molto interessante dove abbiamo visionato un lavoro in video realizzato da alcuni studenti della scuola contro il bullismo omofobico e l’omofobia interiorizzata. Dopo aver analizzato le varie problematiche legate ai diversi fenomeni di razzismo e discriminazione, sono stati affrontati i temi riguardanti l’identità sessuale e l’omofobia, sociale ed interiorizzata. Ma sopratutto si è parlato di come, anche le e gli studenti che solitamente stanno a guardare, possono intervenire per interrompere la spirale oppressiva, e a volte violenta, del bullismo.
Per un articolo sull’incontro di Alghero vai qui